HANNO
DETTO DI QUESTO LIBRO
GUSTAVO
ADOLFO LORIA-RIVEL
Gustavo Adolfo Loria-Rivel, rumeno, specializzato in filologia
biblica e lingue balcaniche è nato a San Josè, Costa Rica, il
27 giugno 1970. Nel 1996 ha ricevuto una laurea in inglese e
latino presso lUniversità di Iasi, Alexandru Ioan Cuza,
Romania. Attualmente è dottorando alla stessa Università sotto
la guida del prof. Traian Diaconescu, che gli fa anche da
coordinatore. La tesi di dottorato, che sarà presentata nel 2002,
ha per argomento: Pentateuch: Problems of translation of
the Biblical text. (Pentateuco: Problemi di traduzione del
testo biblico) Ha partecipato a due congressi internazionali su
lingue balcaniche tenutisi in Romania nel 1995 a Neamt e nel 1996
a Constanta. Sempre nello stesso campo ha pubblicato diverse
opere principalmente nella Thraco-Dacica Review dellAccademia
delle Scienze di Romania, e negli Anales dellUniversità
Alexandru Ioan Cuza di Iasi.
Giudizio critico sul libro "Geova e il Nuovo Testamento":
"Il libro di Matteo Pierro Geova e il Nuovo Testamento è
una novità bibliografica degna della più seria attenzione dei
ricercatori. La teonimia è stata negli ultimi tre secoli
argomento lasciato in disparte dalla maggioranza dei teologi
cristiani. Dispute su riforme e controriforme teologiche si sono
perlopiù incentrate su aspetti superficiali delle Scritture
mettendo da parte aspetti esoterici, quali la teonimia con le sue
implicazioni mistiche. La maggior parte degli studi sulla
teonimia è di natura laica che adotta un criterio storico-scientifico.
Di solito riguardano i teonomi Elohim, YHWH e altri come
denominazioni di divinità differenti che alla fine, a
prescindere da ragioni politiche, hanno finito per assumere lo
stesso significato. Tali casi furono spesso il risultato di
alleanze tribali, di sincretismo religioso, ecc. Naturalmente il
metodo storico-scientifico, per quanto possa essere allettante,
lascia gli aspetti religiosi del problema aperti. Loriginalità
del libro del Pierro sta nel fatto che è uno dei pochissimi
libri scritti da un moderno autore cristiano che tocca il
problema della teonimia, principalmente del teonoma YHWH, dal
punto di vista religioso e filologico.
Dalla trattazione delluso e importanza del Nome Ineffabile
presso i primi cristiani, il Pierro porta alla luce nuovi
elementi comuni al Giudaismo e al Cristianesimo ed apre nuove
prospettive di dialogo intercoffessionale.
A differenza dei moderni specialisti, il Pierro ritiene che il
Nome Ineffabile era originariamente pronunciato Yahowa e non
Yahwe. Gli argomenti dellautore sono sicuramente degni dellattenzione
degli specialisti e può rappresentare un contributo alla
soluzione del problema di come era pronunciato il Tetragramma.
Il Pierro analizza anche le cause che portano alla sostituzione
di Kyrios al posto del teonoma YHWH avvenuta nei primitivi testi
cristiani in greco. Una spiegazione molto verosimile, proposta
nel libro, è la possibile intenzione della Chiesa Cristiana di
creare unidentità testuale fra Kyrios (in ebraico adonay,
alla lettera miei Signori), riferito al Dio-Padre dei
cristiani e al Dio-Uno degli ebrei, e Kyrios (in ebraico /adoni
mio signore, mia signoria, o eccellenza;
in aramaico yrima /mari/ con lo stesso significato), riferito a
Gesù di Nazaret.
Il libro del Pierro è un genuino e importante contributo dato in
un campo il quale, nonostante la sua grande importanza, è stato
negletto dalla maggioranza dei teologi cristiani. Perciò il
libro del Pierro costituisce una delle poche alternative
teologico-filologiche al metodo storico-scientifico che ha
predominato tanto a lungo nella ricerca della teonimia cristiana,
aprendo così nuove prospettive di dialogo intercoffessionale e
di una maggiore e più profonda comprensione del primitivo
Cristianesimo."
HAL FLEMINGS
Hal Flemings è docente di lingua ebraica al San Diego Community
College, San Diego, California, U.S.A.
Giudizio critico sul libro Geova e il Nuovo Testamento di Matteo
Pierro
Una realtà ostica cui deve far fronte ogni traduttore biblico
riguarda cosa fare di fronte alla regolare presenza del Nome
Divino nel testo ebraico. Quei pochi che leggono lintroduzione
o la prefazione di una traduzione biblica immancabilmente si
accorgeranno dellosservazione su come questo problema viene
ovviato. Nella popolare New International Version scopriamo:
"In relazione al nome divino YHWH, comunemente riferito come
al Tetragramma, i traduttori hanno adottato lescamotage
usato dalla maggioranza delle versioni inglesi, cioè lhanno
reso col nome "LORD" in lettere maiuscole per
distinguerlo da Adonai, altro termine ebraico reso pure "Lord"
usando però lettere minuscole". La American Translation
prodotta da studiosi rinomati negli anni venti del 20° secolo
avvisa il lettore: "In questa traduzione abbiamo seguito la
tradizione ortodossa giudaica e sostituito il nome Yahweh'
con il titolo the Lord e lespressione the
Lord Yahweh con the Lord God". Vista da unampia
prospettiva, la verità è che nel mondo alcune traduzioni
rendono il Tetragramma "Yahweh" o "Jehovah"
regolarmente o in pochi casi mentre altre sostituiscono
completamente il nome personale di Dio con titoli generici come
"Lord" o "God". Ciò è evidentemente
incoerente. Ma quale posizione occupa il Tetragramma, il nome
personale di Dio, nel Nuovo Testamento? Un piccolo ma crescente
numero di studiosi e critici ritiene sempre più che il nome
personale di Dio ha effettivamente un posto nel Nuovo Testamento.
Matteo Pierro è uno di questi, il quale tenta di fare del suo
bagaglio di informazioni un attraente cofanetto intitolato Geova
e il Nuovo Testamento.
Lautore è ben al corrente dellevidente scarso
contributo dei manoscritti alla sua conclusione ma egli mostra di
avere una solida conoscenza di entrambe le parti in questione e
analiza criticamente i dati disponibili.
Pierro inoltre documenta pratiche giudaiche e cristiane che hanno
inciso sulla comparsa e scomparsa del Nome Divino nelle
traduzioni bibliche e relative copie nelle lingue originali. Egli
esamina la disputa sulla pronuncia ebraica del Nome Divino. Una
riguardevole attenzione è prestata agli studiosi che scartano la
pronuncia "Yahweh" discutendo in modo convincente a
favore della tesi trisillabica del Nome Divino. La sua indagine
sulle evidenze della presenza del Tetragramma nel Nuovo
Testamento include la testimonianza del Talmud e quella di
interessanti testi del Nuovo Testamento che sembrano gli unici a
dare un senso al "Kyrios" ("Lord") del testo
greco se si trovasse davvero "Jehovah/Yahweh" nel testo
originale greco.
Il lettore sarà invitato a considerare una lunga lista di
traduzioni del Nuovo Testamento di ogni parte del mondo che
includono il Nome Divino nei loro testi. Allo scopo viene fornita
e referenziata una vasta gamma di erudizione. Pertanto, se siete
fluenti in italiano vi consiglio di aggiungere questopera
nella lista dei libri da leggere.
FEDELTA
Mensile di In-formazione diretto da Mario Affuso. Numero 258,
maggio 2000, pp. 113, 114.
"Si segnala questo libro per apprezzare lo sforzo coraggioso
del Pierro (anno 1967) che conduce una ricerca con intensa
acribia e tensione nel tentativo di giungere ad un grado di
scientificità delle sue affermazioni. Altro motivo è quello di
invitare qualche biblista a voler intervenire ed accogliere
questa pubblicazione come una sfida ma anche come un implicito e
indiretto invito ... al dialogo. Spesso chiedo agli amici
Testimoni di Geova di porsi in dialogo ed abbandonare quelle
posizioni di ripiegamento e di chiusura. Forse questa occasione
editoriale potrebbe offrire un criterio e un metodo accettabili.
Una esperienza si è già avuta tra il Pierro e la Rivista
Biblica delle Dehoniane con il numero dell'Aprile-Giugno 1997."
Pagina Libro Geova